"Quel Celiaco di Tuo Figlio": tra agricoltura e celiachia
All’uscita dalla scuola, sulla strada rovente per il caldo, lei scende dalla Lexus blu notte, con lo sguardo cerca qualcuno. Il tacco vertiginoso affonda poco poco nell’asfalto, quel tanto che basta per turbare il portamento ostentato da primadonna. Una lieve smorfia sul volto, mentre gli occhiali Alain Mikli cadono a terra.
È solo l’inizio della scena.
Gli occhiali cadono a terra, proprio a fianco di una madre con bambino. Il bambino, piegato su sé stesso, sta vomitando sul bordo della strada. Il vomito schizza sugli occhiali neri lucenti, li imbratta inesorabilmente, tanto da far sentire una voce acida e chiara, “quel celiaco di tuo figlio!”
Siamo alla scuola elementare di una cittadina rurale dell’Emilia-Romagna, dove l’attività agricola è rivolta principalmente alla cerealicoltura. La celiachia è una condizione di ruralità? Sembra che la primadonna ne sia consapevole.
Il giorno seguente, nel bar vicino alla scuola qualcuno sosteneva, citando i buoni regionali per l’acquisto di alimenti senza glutine ed i centri per la diagnosi, che la celiachia fosse una malattia sociale e che lo Stato fosse più “interessato” alla malattia della popolazione anziché alla sua sanità. Dietro agli aiuti si sarebbe nascosta, per dirla ruralmente, “qualche tetta da mungere” … Il dibattito esacerbato finì tra chi sosteneva che la celiachia fosse un problema già al tempo degli Egizi, chi sosteneva che dipendesse da un fattore genetico e chi una malattia intestinale infiammatoria dovuta ai sistemi di coltivazione del grano.
Ruralità e malattie
Sebbene la celiachia non possa essere definita una malattia tipicamente rurale in quanto non solo l’assunzione del glutine ma anche la predisposizione genetica né è causa, possiamo dire che la sensibilità al Glutine e l’intolleranza al Glutine, che contribuiscono allo sviluppo della celiachia, rientrano sicuramente in questa visione.
Vediamone il perché: la cultura del mondo cerealicolo-contadino, sottolineando il binomio rurale-arretrato, promuove pratiche agricole legate a tradizioni inadeguate al problema dell’inquinamento agricolo ed ambientale. Vuoi perché la coltivazione del grano di carattere estensivo ha perso valenza economica, vuoi che il binomio agricoltura-scienza è fermo ai blocchi di partenza, anzi è alla corsa dei sacchi, ci si trova vittime dei fattori ambientali e del consumo abbondante di grani ricchi di glutine tossico o comunque non adatto ad una sana alimentazione. Questo nonostante le soluzioni ci siano, e facciamo riferimento alle formulazioni disinquinanti BIOAKSXTER®.
Le caratteristiche distintive delle aree rurali oggi non sono certo quelle che hanno aperto alle Casse Rurali la messa a frutto della redditività dell’epoca, piuttosto c’è da correre ai ripari da una morte esacerbata della sanità pubblica. Anche escludendo la celiachia, il piatto della bilancia pende dalla parte delle problematiche aggravate. L’elenco si trova nella dilagante pubblicità dei farmaci per le “50 sfumature di grigio” delle malattie infiammatorie intestinali causate da batteri, virus e tossine assunti con l’alimentazione, lo stress ed i farmaci.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano…
Demonizzato dalle diete Gluten free, il glutine, ossia la parte proteica del frumento (più specificatamente glutenina e gliadina che costituiscono circa l'80% dell'intera frazione proteica presente nell'endosperma della cariosside di frumento) fonda la sua fama di agente responsabile di intolleranze alimentari, allergie, sindromi e malattie classiche, atipiche, silenti e potenziali, su questa verità: i multifattori scatenanti delle malattie nella nostra epoca sono alimentati dal livello globale degli inquinanti ambientali che hanno saturato la terra, l’aria e l’acqua. Nello specifico, le sostanze che da oltre 80 anni si sono accumulate nei terreni ci restituiscono un frumento tossico ed un cibo, con il quale ci misuriamo quotidianamente più volte, principale artefice distruttore della nostra salute. Questa, in sintesi, è la risposta all’evoluzione delle cause delle malattie in questione.
Ecco perché i cereali prodotti sono sempre meno tollerabili dai consumatori.
Il discorso vale per tutto ciò che si coltiva e per tutti gli alimenti. Senza glutine, senza grassi, senza zuccheri, senza lattosio, senza allergeni … siamo nell’epoca dei senza, senza misura, senza futuro. Vale anche per chi osa pregare il Padre Nostro.
Grani antichi e celiachia
Il glutine dei cereali antichi è davvero più tollerabile e più sano, rispetto alle varietà cerealicole moderne? L’amido non viene digerito dall’apparato digerente? Le domande sono infinite, le risposte sempre le stesse.
Esperti del settore quali medici, dietologi e nutrizionisti consigliano di mangiare frutta e verdura senza sapere che i pesticidi non si possono eliminare dopo averle ben lavate, altresì consigliano il pesce alle microplastiche. Nelle diete dei trapiantati prescrivono l’uso di verdure di quarta gamma (lavata, confezionata e pronta al consumo), la cui salubrità è discutibile perché si coltiva su terreni insani, con precario equilibrio microbiologico e si confeziona in atmosfera modificata per bloccare la fermentazione batterica. I dottori sanno molto sul corpo, ma poco sull’ambiente, niente sulle pratiche di coltivazione. Pratiche agricole che non sono considerate come cause evolutive delle malattie.
Se pensiamo all’atrazina, il diserbante vietato dal 1992 ma ancora presente nei terreni, solo negli ultimi anni è tornato alla ribalta per i suoi effetti irreversibili sui sistemi riproduttivi e apparati genitali.
Tornando alla celiachia in specifico, la Fondazione Veronesi afferma che la dieta priva di glutine è l’unica terapia validata per questa malattia di origine autoimmune e a carattere infiammatorio, escludendo quindi anche il glutine dei cereali antichi.
L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) afferma che non esiste alcuna prova scientifica né alcuna statistica che dimostri che mangiare grano trattato con i pesticidi possa favorire lo sviluppo della celiachia, poiché mancano prove scientifiche e statistiche. Allo stesso tempo possiamo dire che ciò che manca, non può certo dimostrare la fondatezza di quanto dichiarato. La verità è una cosa talmente differente dalla logica della scienza, tanto più di una scienza ormai vecchia, che le sue decisioni possono costarci la vita.
Tra grani moderni e grani antichi
Malgrado la celiachia, questa malattia dovuta all’infiammazione cronica autoimmune dell’intestino tenue, sia ritenuta dall’ISS esclusivamente di derivazione genetica, recenti studi americani l’hanno correlata all’esposizione agli inquinanti ambientali. Infatti, nel sangue di celiaci in giovane età sono state ritrovate sostanze chimiche tossiche la cui elevata incidenza stabilisce con certezza un’interazione fra sistema endocrino e sistema immunitario.
Grano locale o meno, tutto il grano è più o meno inquinato perché i contaminanti ambientali non conoscono patrie o confini. Questo si tace. Anche se la Slovacchia distrugge il grano inquinato dell’Ucraina ritenuto nemmeno adatto all’alimentazione animale, anche se altri Paesi hanno chiuso le importazioni, non va dimenticato che il grano russo è inquinato da quasi 40 anni (Chernobyl).
Quanto alle illazioni fra i vari gruppi che giocano a passarsi la palla sulla salubrità del grano, gli esigui controlli e le l’irregolarità dei campioni relativamente a pesticidi e micotossine, si sa, sono gestiti con bustarelle e tangenti.
Alla realtà dei fatti, è impossibile uscire dal problema dell’inquinamento chimico e radioattivo, sommersi come siamo dagli scarti e dai rifiuti della nostra società distopica, se non con una eliminazione naturale. Ancora una volta parliamo di BioAksxter® che, riproducendo il programma di microcombustione atomica creato da Madre Natura, trasforma le sostanze nocive riportandole a zero. Un programma anti-proliferazione, attraverso il ciclo continuo “dal minerale alla biomassa”.
Una evoluzione di miliardi di anni, rivolta alla moltiplicazione ed al mantenimento delle cellule. Il programma della vita.