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Xylella: non possiamo mandarli indietro…

Xylella: non possiamo mandarli indietro…

16 gennaio 2019 - BioAksxter®

Sì, anche il regno vegetale ha i suoi migranti, ma non possiamo “mandarli indietro”, non usano i barconi e non chiedono aiuto. Sono molto piccoli, anzi, invisibili: ecco i batteri! Troppi sono quelli patogeni e ci accorgiamo dei danni inferti quando le piante ospiti divenute sempre meno resistenti si sono definitivamente “seccate” … di accoglierli ed infine , non potendo farsi sentire, sono morte.

Allarme xylella, allarme moria, allarme e ancora allarme! Rantola l’agricoltura. Geme l’ambiente. Situazione sotto controllo, dicono, ma invece è il caos più assoluto. Si sono mossi tutti i cosiddetti esperti del settore, patologi e fisiologi vegetali, biologi, biotecnologi e fisici, ma non sono questi solo degli indovini travestiti? Dicono che la scienza diffida delle certezze e non risponde a tutto, che i dubbi non possono diventare pregiudizi e l’ignoranza non risponde a nulla. Parole. Ed i fatti?

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Xylella: ognuno va per conto suo

Ognuno va per conto suo. Il batterio sta con le piante, gli agricoltori stanno con gli ulivi diseccati, gli esperti stanno a sparare tattiche, misure e cure, la scienza sta e basta; vende dispositivi diagnostici per rilevare la malattia, sistemi preventivi con analisi iper-spettrali e acquisizioni da sensori termici, ma una volta eseguito il telerilevamento aereo non si sa come procedere… Il divario fra teorie e pratica si fa sempre più grande: la scienza lontana dagli agricoltori e gli agricoltori lontani dalla pazienza. Scendono in piazza, protestano, si mobilitano, si incazzano. Interviene la politica, che promette rilancio e sviluppo … della malattia? No, dell’economia agricola. Con un milione di euro.

Xylella 2019: la storia infinita

La prima notifica di focolaio di Xylella in Puglia avviene nel 2012 e solo nel 2016 l’Efsa (L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) approva: è il ceppo di Xylella fastidiosa trovato nel Salento a disseccare gli olivi. Intanto sono trascorsi cinque anni. Cinque anni per stabilire cosa? Che si sta camminando all’indietro? L’agricoltura è il portatore sano della “gamberonite” e la scienza ufficiale, ferma ed immobile nelle sue vecchie torri d’avorio, affamata di soldi e poteri, fugge dal nuovo che avanza.

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Sono cento anni che si rimena la stessa storia: schiuma sulle piante, cicalina sputacchina o psilla che sia si trova l’insetto espiatorio (sì perché la pianta espiatoria non ha funzionato), poi i minuscoli organismi ed infine … la lotta. Appagati paganti e pagati gridano vittoria: l’agricoltore, la casa farmaceutica, il ricercatore, il tecnico. Ahi, manca il consumatore…

A giugno 2018 il Cnr dichiara che la malattia si può contrastare con la resilienza. E gli agricoltori subito: – allora dove si compera e quanto se ne mette, e si può miscelare con gli altri prodotti? A settembre 2018 il Cnr dichiara che con la patologia ormai bisogna conviverci. In cinque anni si è passati dal contenimento con la capitozzatura, alla copertura, all’eradicazione ed infine alla convivenza. Come? Con gli innesti? Con le trappole di carta moschicida, i solventi per bruciarle?

E la varietà dell’olivo più resistente, la “Favolosa” brevettata proprio dal Cnr? Mango e avocado al posto di ulivi infetti nel Salento? Rame e zinco? ancora chimica! corna di vacca al chiaro di luna? l’agricoltura diventa stregoneria, la scienza cede il posto alla pseudoscienza. Si è detto e fatto di tutto, tranne la cosa giusta: impiegare l’unica tecnologia in grado di riparare gli errori di un’era tecnologica.

Xylella: è la rottura degli equilibri a causare la sopravvenienza dei patogeni

Fu pubblicata anche in Puglia su Gazzetta Economica, l’intervista al ricercatore A. Mendini del 2006 della quale evidenziamo: “La mia ricerca supera l’individuazione dei vettori di trasmissione delle malattie e considera gli equilibri energetici primari dalla cui alterazione esse derivano.” E‘ infatti l’energia l’unico mezzo in grado di ottimizzare tutti i processi vitali, e parliamo delle cariche magnetiche idrocompresse computerizzate che caratterizzano le formulazioni BioAksxter®. Una Nuova Scienza, 60 anni di studio e ricerca applicata che non possono essere ignorati oppure annullati dalle lobby dei poteri forti.

La patologia della Xylella, attribuita prima ad un unico batterio e poi a sottospecie o a più ceppi, in realtà ha colpito un’estesa varietà di piante in tutto il mondo. Oltre ai già noti olivo, mandorlo, ciliegio, prugno, sono state trovate infette altre piante fruttifere ed ornamentali, essenze forestali e specie spontanee, ed anche l’erba medica. Dall’oleandro e caffè in Costarica all’olivo in Salento, quei migranti, i batteri, non conoscono confini, non si possono evitare, sbarcano anche senza permesso.

Come affermato dal ricercatore A. Mendini i batteri patogeni coesistono da sempre con quelli utili, è la rottura degli equilibri a causare la sopravvenienza dei patogeni e quindi la malattia. Altro che insetti vettori!

Ed è inutile discutere la soluzione concreta del problema, l’utilizzo di BioAksxter®, che ricompone gli equilibri, ripara l’ecosistema partendo da pianta e terreno. Quando il ferito sta per spirare, non serve il medico incompetente che monitora o suggerisce il cerotto su un dito della mano.

processione-xylella.jpgSalento, Diocesi di Ugento promuove processione per la Xylella

Arature, potature, trattamenti con principi attivi e sostanze chimiche, carte trappola, disinfezioni non possono risolvere la situazione: il controllo della materia con la materia è pura follia, e qui il potere si serve dell’ignoranza per annullare l’unica salvezza. Come sempre le grandi scoperte sono combattute per impossessarsene, questa volta però siamo al fine corsa: i cambiamenti climatici lo attestano, il global warming non perdona.

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