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Acrotone o Basitone? Conosciamo meglio le nostre piante

Acrotone o Basitone? Conosciamo meglio le nostre piante

05 novembre 2019 - BioAksxter®

Acrotone. Mesotone. Basitone. Sono aggettivi noti agli appassionati di piante, a giardinieri ed agricoltori, siano esse piante ornamentali o forestali, piante erbacee perenni, arbusti o alberi da frutto… ed hanno a che fare con la crescita delle piante. Ma cosa significano esattamente?

Acrotonia, mesotonia e basitonia sono tre modalità di sviluppo verticale che condizionano:
il portamento e lo sviluppo in altezza
la gestione della coltivazione e relativi costi
gli interventi di potatura

Spesso gli agricoltori si chiedono “Come devo potare?” “Taglio tanto o poco?” “Lascio rami lunghi o corti?”. Le risposte dipendono da molti fattori, anche se in linea generale il fattore principale in questo processo decisionale è la specie. Nel corso dell’evoluzione le piante hanno sviluppato una cinetica di sviluppo differente, sviluppando anche dei portamenti diversi.
In base allo sviluppo dei germogli possono presentarsi diverse modalità di crescita, con piante tendenti a sviluppare maggiormente i germogli più bassi oppure quelli più distanti dal terreno. Ma perché alcune piante scappano verso l’alto ed altre tendono a stare vicino al suolo?

Il gradiente di vegetazione: acrotonia, mesotonia, basitonia

Conoscere la modalità di sviluppo verticale di una pianta (definita tecnicamente gradiente di vegetazione) è fondamentale per capire come mai alcune crescono sempre più in alto, mentre altre si sviluppano maggiormente in larghezza piuttosto che in altezza.
Per capire meglio il concetto di gradiente di vegetazione dobbiamo prendere il caso di un ramo verticale. In questo caso possono presentarsi tre modalità differenti:

acrotonia_mesotonia_basitonia-696x435.pngIllustrazione schematica del gradiente di vegetazione delle piante

  • Acrotonia. I germogli apicali (quelli più lontani dal suolo) si sviluppano maggiormente
  • Mesotonia. Casi in cui non si riscontra una maggiore crescita né all’apice
    né alla base, oppure si nota un maggiore sviluppo dei germogli mediani
  • Basitonia. I germogli basali (quelli più vicini al suolo) sono quelli che
    denotano una maggiore crescita

Ricordiamo che in alcuni casi tale “comportamento” può cambiare durante la vita della pianta stessa. In piante di cedro, ad esempio, è stato evidenziato inizialmente un comportamento mesotono nei primi anni, ma col passare degli anni il gradiente si è maggiormente spostato verso l’acrotonia. A volte possono esserci delle differenze anche tra diverse varietà all’interno della specie. Nel caso delle mele Gala e Golden si evidenzia un maggior comportamento acrotono rispetto alle altre cultivar.

Sviluppo dei rami su un ramo obliquo o orizzontale

Epitonia, anfitonia ed ipotonia sono invece comportamenti evidenziabili su un ramo obliquo oppure orizzontale.
Nel caso in cui i germogli siano più sviluppati sul lato superiore del ramo parliamo di epitonia, mentre se saranno sviluppate maggiormente sul lato inferiore, ossia il lato rivolto verso il terreno, parliamo di ipotonia. Nel caso in cui tra i due lati avremmo una lunghezza ed uno sviluppo simile, parleremo di anfitonia (oppure isotonia). Comportamento anfitonico lo possiamo osservare su piante come Robinia pseudoacacia oppure Cotoneaster.
Nella maggior parte delle piante coltivate (es. melo) riscontriamo un andamento epitonico, mentre per quanto riguarda le piante forestali (è il caso di varie specie del genere Pinus) notiamo spesso un comportamento di tipo ipotonico.

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Esempio di anfitonia su Cotoneaster horizontalis

Arbusti, cespugli ed erbe perenni

Le piante che tendono a sviluppare maggiormente i germogli mediani di un ramo, o i cui germogli raggiungono la medesima lunghezza sono definite mesotone. È questo il caso di numerosi arbusti, come il pino mugo, oppure la rosa canina. Anche numerose erbe perenni, basti pensare ad esempio alla salvia ed al rosmarino, mostrano un comportamento mesotono.
Considerando tale gradiente di vegetazione è più facile dare una forma regolare alle nostre piante, evitando che queste crescano troppo verso l’alto oppure troppo in larghezza.

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Pino mugo, arbusto che cresce spontaneamente in montagna, ad altitudini superiori a 1.500 m

Comportamento delle piante acrotone

Tale comportamento è quello che notiamo in numerose piante coltivate come la vite, il melo, l’actinidia e numerose altre coltivazioni arboree. In alcune specie l’acrotonia è molto accentuata mentre in altri casi meno. Nelle piante acrotone si verifica il cosiddetto fenomeno della dominanza apicale, grazie al quale energia e nutrienti raggiungono in maniera preferenziale la sommità del ramo.
In piante forestali ad andamento acrotono, tale fenomeno risulta col tempo meno evidente, in quanto lo sviluppo in altezza richiede energia sempre maggiore per trasferire i nutrienti necessari. Ciò porta ad una minor incidenza della dominanza apicale sui rami inferiori. Nelle piante coltivate, gran parte delle quali ad andamento acrotono, la potatura ha anche il compito di limitare lo sviluppo verso l’alto.

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Pino domestico (Pinus pinea), un esempio evidente di acrotonia

Comportamento delle piante basitone

Tutti noi abbiamo presente cosa intendiamo quando parliamo di cespuglio. La crescita di queste piante è visibile soprattutto in larghezza piuttosto che in altezza. Senza l’intervento umano la pianta tenderebbe ad aumentare maggiormente la tendenza a sviluppare un portamento cespuglioso. Classici esempi sono il nocciolo comune, così come l’olivo oppure il castagno. Piante basitone sono adatte quindi quando non vogliamo una crescita troppo pronunciata verso l’alto. È richiesta però anche una certa disponibilità in termini di superficie coltivabile.

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Pianta di ulivo (a sinistra) e castagno (a destra): due esempi di piante basitone

Influenza degli interventi di potatura

Come detto più sopra, nella maggioranza dei casi le piante presentano un gradiente di vegetazione di tipo acrotono oppure basitono. Nei capitoli precedenti abbiamo mostrato la crescita dei germogli di un ramo, tenuto in posizione orizzontale e verticale. Se non interveniamo con interventi di potatura tale tendenza verrà oltre modo accentuata, con il rischio che le piante “scappino”, risultando fuori del nostro controllo. Le piante quindi, tenderanno a crescere verso l’alto oppure a svilupparsi in larghezza. In questi casi la gestione risulterà più complicata ed eventuali frutti presenterebbero delle pezzature tendenzialmente inferiori. Vediamo nel dettaglio come alcuni interventi di potatura incidono sui comportamenti del singolo germoglio (negli esempi seguenti il ramo in esame presenta 10 gemme):

  • Raccorciamento di un ramo verticale.
    In una pianta acrotona i rami con una maggiore forza e che si sviluppano maggiormente saranno quelli derivanti dall’ottava, nona e decima gemma a partire dal basso. Tale situazione si presenta ad esempio nella potatura di allevamento. Lasciare un ramo verticale in una pianta acrotona determinerà uno spostamento della crescita verso l’alto, rischiando anche di sviluppare un fusto troppo debole. Le gemme basali potrebbero in alcuni casi non “partire”. Ipotizziamo invece di accorciare tale ramo a 4 gemme. I germogli apicali saranno quelli originatisi dalla terza e dalla quarta gemma. Il raccorciamento sposta il gradiente vegetativo più in basso, sviluppando le gemme alla base del ramo. Al contrario, in una pianta basitona un raccorciamento tenderà a generare rami basali più vigorosi rispetto al non raccorciamento.

    Olivo.jpg
  • Eliminazione di germogli laterali su un ramo verticale.
    Nelle piante acrotone eliminando i rami laterali basali, e tendenzialmente più deboli, avremmo un rafforzamento dell’acrotonia ed un aumento della spinta vegetativa verso l’alto. Nelle piante basitone la rimozione di germogli basali troppo vigorosi può invece migliorare lo sviluppo della parte aerea. Nel caso dell’olivo (vedi foto), in fase di allevamento, si osservano spesso germogli molto sviluppati al di sotto di 90-100 cm dal suolo. In questo caso se ne consiglia l’eliminazione, in modo da favorire lo sviluppo della parte aerea;
  • Inclinazione di un ramo in obliquo.
    Indipendentemente dal gradiente di vegetazione della pianta, possiamo osservare una diminuzione dell’acrotonia o della basitonia con l’aumento dell’inclinazione del ramo;
  • Raccorciamento di un ramo orizzontale.
    In tale situazione il gradiente di vegetazione è meno visibile rispetto ad un ramo verticale. Anche in piante acrotone riscontriamo a volte un’inversione del gradiente di vegetazione, con una crescita più spiccata dei rami vicino al fusto. In una pianta acrotona, in caso di non raccorciamento rischiamo però di avere rami deboli vicino al fusto e rami più vigorosi maggiormente lontani dal fusto. Per avvicinarci maggiormente al fusto dovremmo provvedere a raccorciare il ramo stesso. In una pianta basitona invece raccorciando troppo un ramo orizzontale, tenderemmo a sviluppare la vegetazione verso l’alto.
  • Piegatura di un ramo orizzontale. L’intervento riscuote un certo interesse, sia su piante acrotone che basitone. Tale intervento va fatto delicatamente, in quanto all’interno del ramo si provocherà una strozzatura, dando forma ad una specie di “gobba”. Nelle piante acrotone si verifica un minor vigore nei germogli distali mentre ne beneficiano quelli prossimali, che acquistano maggior vigore vegetativo. Nell’olivo un intervento di piegatura su un ramo porta ad accentuare la basitonia, con maggiore crescita vegetativa dei germogli prossimali. Sui germogli distali si nota sì un abbassamento del vigore vegetativo, ma viene però favorita la parte produttiva.

    piegatura_tralcio_vite-696x462.jpg
    Piegatura di un tralcio di vite: l’operazione serve a ridurre l’effetto dell’acrotonia della pianta. Con la piegatura si riduce il vigore dei germogli distali, mentre aumenta quello dei germogli più vicini al fusto.

BIOAKSXTER®: l’equilibratore delle colture

Ora ci è più chiaro perché alcune piante crescono verso l’alto oppure restano basse. Madre Natura ha portato le diverse specie a sviluppare differenti modalità di crescita, contribuendo alla bellezza dei nostri paesaggi, con vegetazione sia in basso che in alto. Compito dell’agricoltore o del giardiniere è quello di favorire l’equilibrio naturale delle piante. Conoscere il comportamento delle stesse e l’osservazione in campo sono quindi aspetti importanti nel raggiungimento di questo obiettivo, non solo in modo da ottimizzare gli interventi di potatura invernale e a verde in base alle proprie esigenze ma anche in modo da consentire l’equilibrio del sistema pianta-terreno e di tutti i relativi processi vitali.

Le formulazioni BioAksxter® sono adatte allo scopo, infatti la loro funzione di riequilibrio permette di limitare gli eccessi, in un verso o nell’altro, determinati da condizioni ambientali, gestione della coltura e vigoria della specie. Di conseguenza, le piante equilibrate sono più facilmente gestibili, le operazioni colturali risultano più semplici e veloci, con un risparmio sia di costi espliciti che impliciti.

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