Dalla provvidenza, ai fitosanitari, alle TEA. Andata e ritorno.
Verso la fine degli anni ’40 i residui dei prodotti della guerra divennero prodotti per la protezione dei vegetali e dei prodotti agricoli. Così quello che prima era servito per la morte poi fu riciclato come protezione per la vita.
L’epoca del DDT, il composto organico clorurato prodotto principe della chimica di sintesi entrato in uso per sterminare gli insetti responsabili di malattie quali tifo, febbre gialla, malaria, si fece largo.
Ricordo ancora il flit (nome commerciale del DDT) che mia madre spruzzava in cucina per eliminare le mosche che nascevano dal letame accumulato nei campi adiacenti. Via tutte! - diceva a me e alle mie sorelle facendoci uscire all’aperto, ma quando rientravamo all’ora della cena l’odore c’era ancora. Che schifo! – dicevo. E allora lei apriva la porta sul balcone ed arieggiava, mentre noi cantavamo “copa la vecia col flit e se no la more col gas” (uccidi la vecchia con il flit e se non muore con il gas).
Il gas faceva riferimento al cloro del DDT, l'insetticida clorurato più usato negli anni '40 e '50 (bandito solo nel 1972 negli USA e nel 1978 in Italia) che ancora adesso si trova nelle acque del Mediterraneo e sui ghiacciai dell’Himalaya. Ma il DDT non è tutto, la Seconda Guerra Mondiale ha portato anche gli insetticidi organofosforici e gli erbicidi selettivi fenossiacetici aprendo la porta ad altre numerose molecole della chimica di sintesi ed ai conseguenti fenomeni tossicologici.
Negli anni ’60 e ‘70 l’approccio ai temi della produzione agricola vede il suo splendore nelle promesse della Rivoluzione Verde che però ha condannato intere regioni del pianeta alla morte chimica. Quello splendore si spegne, oscurato dagli emersi fenomeni di bioconcentrazione, biomagnificazione, bioaccumulazione causati dai prodotti fitosanitari alias pesticidi, antiparassitari, anticrittogamici, fitofarmaci o agrofarmaci, oggi definiti “sostanze per la protezione delle piante e dei relativi prodotti da organismi nocivi”.
Dai fitosanitari alle mutazioni genetiche delle tecniche di evoluzione assistita (TEA)
Siamo negli anni ’90 quando si introducono le direttive e le procedure di gestione e valutazione del rischio per l’uomo e l’ambiente dei pesticidi in Europa. Nasce nel 2002 l’Efsa, l’authority europea per la sicurezza alimentare. Eppure, ancora oggi si osa ignorare e ancor peggio negare la pericolosità e il destino ambientale delle sostanze chimiche. Nella mia regione, il Trentino-Alto Adige, le direttive sono quelle di ignorare l’esistenza della mia realtà aziendale (AXS M31) che ha dato voce alla scoperta Mendini resa nota negli anni ’80, alla tecnologia disinquinante delle formulazioni BioAksxter® e a quanto sviluppato dal nostro Settore Ricerca. Tutto viene messo a tacere.
Non c’è da meravigliarsi, la normativa del Green Deal europeo da un lato promuove l’agricoltura biologica (strategia Farm to Fork) e opera la riduzione dei trattamenti fitosanitari, dall’altro lato approva ed introduce una sorta di contraffazione genetica (tecniche di editing del genoma) con il relativo miraggio delle piante resistenti alle malattie, ai parassiti e al cambiamento climatico. Quasi quanto promesso all’avvento della chimica: produzioni abbondanti senza fatica…
Fitosanitari e tecniche di evoluzione assistita: gli impatti
Dopo 80 anni di inquinamento selvaggio, abbiamo toccato con mano:
- gli svantaggi della lotta chimica tra cui infestazioni secondarie, effetti dannosi sui nemici naturali degli infestanti come api e altri insetti impollinatori, insorgenza di specie resistenti (più di 500 specie resistenti agli insetticidi) ecc.
- i danni per gli utilizzatori
- i residui negli alimenti
- il bioaccumulo nell’ambiente con degrado dei suoli, acque ed aria, piante ed animali
- perdite significative alle produzioni agricole
Ora, all’insegna della sostenibilità in agricoltura e di una nuova biodiversità ci si reinventa la natura con le tecniche di evoluzione assistita (TEA). Più che sulla via di un sistema resiliente e sostenibile siamo sulla via della catastrofe, dove le manovre sulla mappatura genetica alterano la programmatica invece di potenziarla. Altro che piante con migliorate caratteristiche produttive, qualitative o nutrizionali… Infatti, il gene dove prende l’energia?
In sostanza l’intromissione umana nei confronti dei processi naturali va valutata in profondità anche per quanto riguarda le conseguenze, senza limitarsi a controbattere con il pregiudizio del pregiudizio, come nell’interpretazione superficiale della “nostalgia del passato e scarsa fiducia nella ricerca”.
Il gioco della mosca cieca va bene per i bambini che devono esperire lo spazio in cui vivono.
Non smetterò mai di dire che occorre ripensare l’agricoltura partendo dal disinquinamento. Anche quello delle menti.
Potenziare le funzioni biologiche senza abbandonare Madre Natura
La modificazione genetica delle cellule vegetali dovrebbe servire a prevenire l’insorgenza delle malattie delle piante, a rendere le colture più resistenti a siccità, eventi meteo estremi e parassiti, si dice, a consentire un’agricoltura produttiva, sostenibile e competitiva. Sembra tutto bello, senonché la tecnologia consiste nella modificazione del DNA inducendo una mutazione. Ed è proprio questa azione di intromissione umana nei confronti dei processi naturali, questo abbandono delle leggi di Madre Natura, questa sostituzione azzardata all’opera creativa della vita a doverci preoccupare.
Inoltre, affermiamo scientificamente che la modifica del messaggio nel gene non può limitarsi al piano fisico, ma deve necessariamente avvenire sul piano magnetico. Ciò che si annuncia come “metodo di mutagenesi biologica mirata” o come "accelerazione delle normali tecniche di incrocio note all'uomo da qualche millennio” non tiene conto della programmatica primaria su cui basa ogni organismo (peraltro sconosciuta alla scienza contemporanea) né tantomeno mette a disposizione della pianta energia utile ai processi vitali, dacché l’energetica intesa come vita subatomica è sconosciuta o limitata alla biologia degli esseri viventi. La complessità della vita e la sua evoluzione sulla Terra non si limita ai meccanismi molecolari. Materia ed energia sono in continua trasformazione ed evoluzione.