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Emergenza Xylella in Puglia

Emergenza Xylella in Puglia

05 ottobre 2016 - BioAksxter®

Xylella Puglia: la malattia degli ulivi del Salento

Il caso “Xylella Puglia” scoppia nel 2013. Tutto ebbe inizio con alcune segnalazioni di olivicoltori del Basso Salento (Gallipoli e zone limitrofe) che già da diversi anni lamentavano i sintomi di uno strano disseccamento delle piante di olivo, specie di per sé rustica ed abbastanza resistente. Si pensò quindi che una nuova malattia degli ulivi si stesse affacciando sul già vasto panorama delle avversità fitosanitarie.

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Da allora sulla Xylella e sul CoDiRO (Complesso del disseccamento rapido dell’olivo) sono stati spesi fiumi di parole ma, dopo quasi 4 anni, la sensazione diffusa è che probabilmente molto si è detto però poco si è fatto tant’è vero che ancora oggi usiamo tale termine: emergenza!

Il dato certo è che, dopo tutti questi anni, la problematica persiste e rischia di mettere definitivamente in ginocchio l’olivicoltura pugliese con gravi ripercussioni, ancora poco prevedibili, sull’intero comparto nazionale col pericolo concreto di veder sparire per sempre l’incantevole paesaggio degli ulivi secolari del Salento.

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Ma andiamo con ordine per una migliore disamina complessiva del fenomeno “Xylella Puglia”.

Xylella fastidiosa: cos’è?

Il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) di Bari ha individuato la Xylella fastidiosa come il principale responsabile del disseccamento degli ulivi del Salento (CoDiRO). Si tratta di un batterio gram negativo che vive e si riproduce a carico dell’ulivo (ma anche vite, mandorlo, pesco, etc.) all’interno dei vasi xilematici responsabili del trasporto della cosiddetta linfa grezza (acqua e sali minerali). In seguito all’infezione, la proliferazione del patogeno porta alla formazione di una sorta di gel che ostruisce il regolare flusso della linfa bloccando la nutrizione del vegetale. In sostanza il batterio, agendo da parassita, fa morire di fame e di sete la pianta.

I sintomi della malattia causata dalla Xylella

I sintomi riconducibili all’infezione da Xylella sono i seguenti:

  • abbruscatura delle foglie (disseccamenti più o meno estesi a carico del lembo fogliare);
  • scoloritura delle stesse;
  • disseccamento delle parti legnose;
  • progressivo deperimento e morte della pianta.

Ma come avviene l’infezione di questa malattia degli ulivi?

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Come si diffonde la Xylella

La Xylella in Puglia si è diffusa rapidamente anche grazie all’intervento di un’efficiente alleato: il Philaenus spumarius. Si tratta di una cicalina, un insetto volante molto presente in Salento, meglio conosciuta come sputacchina (per la caratteristica schiuma bianca, simile alla saliva, in cui vivono immersi gli esemplari giovani) che funge da insetto vettore, cioè colui che fisicamente trasporta il batterio da una pianta all’altra favorendone la diffusione.

La stagione 2013-14 si ricorda per l’inverno particolarmente mite; tale condizione ha consentito alla cicalina di proliferare compiendo più generazioni in un breve arco di tempo. Il picco della popolazione ha permesso che l’infezione dilagasse ulteriormente tant’è vero che da iniziali focolai puntiformi di Xylella si è passati, nel 2015, ad una vera e propria epidemia. Questa ormai interessa tutto il territorio della provincia di Lecce con aree di infezione presenti anche in quella di Brindisi.

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Xylella: ultime notizie

La Xylella e la malattia degli ulivi del Salento, data l’incidenza sociale oltre che economica del fenomeno (sono milioni le piante morte o a rischio), si è trasformata da questione di stretto interesse botanico in un caso politico e mediatico che ha visto la chiamata in causa di amministratori, olivicoltori, magistratura ed istituzioni a vario livello.

Il quadro è, ancora oggi, abbastanza complesso ma le ultime notizie sulla Xylella vedono la decisione del Governo centrale che, poggiandosi sulle ricerche svolte dal CNR, ha deciso di procedere col taglio non solo delle piante malate ma, a scopo precauzionale, anche di quelle sane che si trovino ad una certa distanza dai focolai. Misura drastica certamente ma unico modo, secondo le istituzioni, per arrestare il contagio.

A questa iniziativa governativa ha risposto la procura di Lecce indagando diversi soggetti (scienziati, amministratori, etc.) per devastazione ambientale e disponendo il sequestro delle aree colpite al fine di impedire il taglio degli ulivi.

L’ultima decisione in ordine di tempo proviene da una sentenza della Corte di Giustizia Europea che impone il cd. principio di precauzione, ovvero l’Ue può obbligare gli Stati membri ad abbattere tutte le piante potenzialmente infettate da Xylella fastidiosa, anche se non ne presentano i sintomi, qualora esse si trovino in prossimità delle piante già colpite. In tal senso è già in atto una procedura d’infrazione con possibili sanzioni contro l’Italia per i ritardi accumulati nella lotta alla Xylella.

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Come già affermato il quadro rimane confuso, sia perché tanti soggetti a livello istituzionale (forse troppi!) sono stati coinvolti sia perché la comunità scientifica non si è ancora espressa in modo univoco. Diversi studiosi infatti non sono convinti che la malattia degli ulivi del Salento sia dovuta esclusivamente all’azione del batterio Xylella e la stessa EFSA (European Food Safety Authority) ha pubblicato un documento in cui si chiede di approfondire la ricerca investigando su cause e concause predisponenti la malattia (microbiologia del suolo, altri patogeni come virus e funghi, il ruolo dei vettori, etc.).

Rimangono quindi molti interrogativi: veramente la Xylella è il responsabile principale del disseccamento? E’ questo batterio il male assoluto degli olivi del Salento? Forse la situazione è un po’ più complessa.

E in tanti si chiedono: esiste una possibile soluziona della Xylella? Nel prossimo articolo scopriremo insieme i mezzi di prevenzione e le soluzioni per combattere la Xylella Fastidiosa.

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