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Cachi, kaki, loti: tradizioni millenarie e diospiricoltura

Cachi, kaki, loti: tradizioni millenarie e diospiricoltura

01 dicembre 2020 - BioAksxter®

Cachi, kaki, loti, non facciamo differenza ad indicare i frutti dell’albero dalle 7 virtù purché queste ci accompagnino sempre. Longevità, resistenza, generosità, bellezza, validità, disponibilità e ricchezza … sarà poi vero? Beh, longevità ci siamo, pare che l’età di queste piante abbiano raggiunto anche i 600 anni.

Resistenza? Sì, la pianta è rustica, si adatta a tutti i tipi di terreno, è resistente alle minime invernali (anche -15°C) ed alla siccità, non è soggetta a malattie o attacchi parassitari, è di facile gestione. Generosità? Le produzioni per pianta possono raggiungere i … quintali. Bellezza. Qui non si discute: da ottobre a dicembre i frutti arancione del cachi sempre la nostra attenzione. E per chi fosse distratto, ricordiamo le composizioni in opere di artisti giapponesi, ma anche l’emozione che si prova alla visione degli alberi di cachi con i loro bei frutti arancione, siano essi nel giardino di Boboli o in un giardino privato, vicino alle case agricole o nelle coltivazioni specializzate (diospiricoltura).

Quanto a validità, disponibilità e ricchezza, forse è possibile trovare una risposta nel resto dell’articolo che dalla millenaria tradizione volge lo sguardo alle colture  specializzate.
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Kaki coltivati con BioAksxter®

I kaki o cachi sono i frutti dell’albero Diospyros kaki, originario dell’Asia. Conosciuti in oriente come mela d’oriente o loto del Giappone, dove questa coltura si è espansa a partire dalla Cina oltre 2000 anni fa e fino in Corea, sono giunti in Europa a fine ‘800 in Francia e poi in Italia ad inizio ‘900, dove il primo diospireto fu piantato nel salernitano nel 1916.

Quella dei kaki è una delle colture più antiche del mondo. Si contano centinaia di specie e varietà.

Tra le specie più importanti, il Diospyros lotus e il Diospyros rombifolia, utilizzati come portinnesti, il Diospiros virginiana utilizzato soprattutto per la produzione e il Diosyros oleifera per l’estrazione dei tannini.

Cachi: Cultivar e caratteristiche

Le cultivar di cachi si distinguono in base a:

  • biologia fiorale. Sulla pianta di cachi possono esserci fiori femminili (caratteristica del kaki-tipo) che non producono polline; fiori maschili che producono polline, ma non fruttificano; fiori ermafroditi (caratteristica del kaki vaniglia).
  • caratteristiche organolettiche dei cachi alla maturazione/raccolta.
    Tali caratteristiche sono determinate dalla modalità di impollinazione/fecondazione che può essere costante (mantengono la colorazione della polpa) o variabile (modificano le caratteristiche della polpa). Avremo quindi:
    •  (CFA) Cachi che non presentano variazione di colore della polpa: sono astringenti o più comunemente allappano, cioè lasciano la sensazione di “bocca legata”.
    • (CFNA) Cachi che non presentano variazione di colore della polpa: sono non astringenti, ossia non allappano.
    • (VFA) Cachi che presentano polpa di colore chiaro (il frutto è partenocarpico) oppure di colore scuro (il frutto è fecondato) e sono astringenti.
    • (VFNA) Cachi con polpa di colore chiaro (il frutto è partenocarpico) oppure di colore scuro, sono non astringenti.

L’astringenza è dovuta al contenuto di tannino. I cachi con elevato contenuto di tannino risultano edibili solo dopo un periodo di maturazione post raccolta, detto ammezzimento o più tecnicamente detanizzazione, in cui la polpa del caco prende la giusta consistenza ossia diventa gelatinosa e zuccherosa.

Occorre dunque distinguere le varietà di Cachi commestibili in seguito a maturazione post raccolta (es. Kaki Hachiya, Yokono, Nishimura, Vaniglia, Kawabata) da quelli già eduli alla raccolta (es. kaki dolce, Jiro, Fuyu Gosho, Suruga).

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Cachi coltivati con BioAksxter®

Altri caratteri distintivi dei cachi

Kaki con semi o senza semi

Altri caratteri distintivi tra le varietà del Kaki è la presenza dei semi. Ci sono cachi con semi come l’Hiratanenashie e Aizumishirazu e cachi apireni, ossia senza semi o con semi sterili, come il Diospyros kaki e il Rojo Brillante. In questo caso il frutto è partenocarpico, ossia si sviluppa senza che avvenga la fecondazione dei fiori.

Vero è che i kaki possono essere astringenti indipendentemente dalla presenza di semi e vero è anche che i semi influenzano le caratteristiche della polpa.

Kaki duri o molli

La polpa dei cachi distingue le tipologie di kaki sodo oppure molle.
La prima è richiesta al sud mentre quella molle è richiesta al nord.

I cachi duri sono rappresentati dalla tipologia dei Caco mela dal sapore vanigliato e polpa soda e croccante, da cui deriva il nome mela. Possono essere commercializzati e consumati subito dopo la raccolta. Fuyu, Hana Fuyu, O’Gosho, Jiro sono le varietà di cachi mela più conosciute.

I cachi molli sono rappresentati dalla tipologia dei Caco ragno varietà antica. Varietà dai frutti grossi con buccia di colore arancio intenso, presenta sulla parte inferiore delle striature a forma di rete che ricordano la tela dei ragni.

Particolarità: i fiori del kaki

Il kaki è una specie definita caratterizzata da varie modalità di espressione del sesso. Vi possono essere:

  • Piante femminili
    Con solo fiori femminili (pistilliferi), in genere sono solitari e rimanendo chiusi non sono visibili.
  • Piante maschili
    Con solo fiori maschili (staminiferi), anch’essi poco visibili, più piccoli rispetto ai femminili e raggruppati in infiorescenze di tre fiori.
  • Piante ermafrodite
    Con fiori maschili e femminili (staminiferi e pistilliferi) che possono essere solitari o raggruppati in infiorescenze di tre fiori, dove generalmente quello centrale è ermafrodita mentre quelli laterali sono maschili.

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Fiori di cachi coltivati con BioAksxter®

Diospiricoltura in Italia

In Europa troviamo al primo posto la Spagna, seguita dall’Italia dove il cachi si coltiva principalmente in Campania, nel salernitano, ed Emilia Romagna. Queste regioni detengono rispettivamente il 50% ed il 40% della produzione italiana, che registra circa 500.000 quintali. Altre regioni interessate alla coltivazione sono il Veneto, Marche ed Abruzzo, la Sicilia (famoso il kaki di Misilmeri esportato e conosciuto in tutto il mondo), la Basilicata e la Calabria.

Seppure la superficie coltivata in Italia si aggiri intorno ai 2.500 ettari contro i 15.000 ettari coltivati nel dopoguerra, quella dei kaki sta diventando una coltura in espansione, grazie ad azioni di riqualificazione, e soprattutto una coltura ad alto reddito con una plv di diecimila euro ad ettaro a fronte di 4.000 euro di costi.

Nell’agro romagnolo, con idonee pratiche colturali, si possono superare rese anche di 50 tonnellate ad ettaro in impianti specializzati allevati a palmetta.

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Cachi coltivati con BioAksxter®

Varietà di kaki diffuse in Italia

Tra le oltre 50 varietà di kaki diffuse in Italia, ricordiamo:

  • Kaki Tipo o Loto di Romagna, varietà per il consumo domestico caratterizzata da frutti grossi che dopo la raccolta necessitano di maturazione (molli dopo ammezzimento). Viene piantata nei giardini perché molto ornamentale e resistente ai parassiti. Solitamente i frutti sono astringenti alla raccolta se non impollinati e privi di semi.
  • Rojo Brillante, la tipologia più coltivata in Italia, molto vigorosa e produttiva. I frutti sono tardivi. Intensa la colorazione, assenza delle screpolature all’apice, tipiche invece della Kaki Tipo. Buone le qualità organolettiche, polpa soda senza semi, saporitissima. La distribuzione di questi kaki avviene sul mercato nazionale per il 50% mentre il 50% viene esportato.
  • Mercatelli detta anche Cioccolatino, varietà che non necessità d’impollinatori, avendo sia fiori maschili che femminili. Presenta frutti dolci ed aromatici di media pezzatura, ricchi di semi. La polpa è consistente e non necessità di maturazione dopo la raccolta.
  • Vaniglia, varietà caratteristica della Campania dove rappresenta il 30% della produzione, con frutti di medie dimensioni con buccia sottile e polpa di colore bronzeo, polpa compatta ricca di semi.

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Cachi o Kaki coltivati con BioAksxter® prossimi alla raccolta

Si è risvegliato il mercato dei cachi, ma …

I cachi, disponibili sul mercato da ottobre a dicembre, pur rappresentando una buona prospettiva commerciale, non sono dispensati dalle difficoltà metereologiche dovute ai cambiamenti climatici.

Calibri ridotti per eccesso di temperatura. Calo della produzione per le ondate di calore. Caldo, siccità seguiti da freddo e piogge hanno avuto un impatto sulla produzione di kaki. Intense piogge primaverili, a cui ha fatto seguito un periodo di siccità hanno causato una forte cascola dei frutticini. Le piogge del periodo autunnale hanno causato marciumi ai cachi… grosse problematiche che si contrappongono al vigore della domanda.

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